Chiesa Evangelica Valdese | Other church in Genova, Liguria | Powered by Net Ministries
Providing Free Web Pages for Churches, Ministries, and Charities Since 1995

Chiesa Evangelica Valdese

Via Assarotti, 21, Via Curtatone, 2/10 • Genova, Liguria 16122 • Italy • 010-8391402 • Other

Share Our Page

Ripercorrendo il passato per vivere il presente

Perché oltre a definirsi evangeliche, queste chiese si dicono valdesi? VALDO (da cui valdese) è un mercante di Lione, di poco anteriore a san Francesco (XII-XIII sec.) che decise, al termine di una profonda crisi spirituale, di vivere l'esperienza degli apostoli al seguito di Cristo. Di conseguenza vende i suoi beni e si consacra alla predicazione del Vangelo. Nel prendere questa decisione egli non intendeva ribellarsi alla Chiesa, pensava anzi di collaborare al suo rinnovamento seguendo l'esempio degli apostoli; fu invece scomunicato insieme ai suoi seguaci.

Il movimento valdese, detto "dei poveri", di Lione in Francia e di Lombardia in Italia, si estese in Europa, raccogliendo consensi fra il popolo. Come tutti i movimenti detti "ereticali" é oggetto di repressione e persecuzioni da parte dei poteri civili e religiosi. Malgrado questa situazione di difficoltà e la caccia dell'Inquisizione mantiene la sua coerenza e si espande in tutta l'Europa medievale. Le zone in cui i valdesi si impiantarono con maggior consistenza furono le Alpi Cozie, la Provenza, la Calabria e la Germania meridionale. I loro predicatori itineranti erano detti barba (in dialetto "zio", nel senso di persona di riguardo) da cui barbetti, appellativo popolare con cui vennero designati sino in tempi recenti in Piemonte.

La testimonianza del movimento mantenutasi coerente attraverso i secoli dal XII al XVI era centrata su due aspetti del messaggio cristiano: la fedeltà al Vangelo e la povertà della Chiesa. La Chiesa cristiana, dissero i valdesi, si richiama a Gesù: ne deve perciò prendere alla lettera gli insegnamenti rinunciando perciò al potere politico, all'uso della forza ed alle alleanze con le potenze del mondo.

Quando sorse in Europa la Riforma protestante i valdesi vi aderirono nel 1532, organizzandosi in comunità alternative a quella di Roma, con predicatori locali per il culto e la celebrazione dei sacramenti. La presenza protestante toccò in quel periodo molte altre città del Piemonte e d'Italia ed il cattolicesimo mantenne il suo predominio assoluto grazie solo all'azione della Controriforma e all'appoggio dei principi.

Per un complesso di circostanze favorevoli i valdesi riuscirono ad ottenere il riconoscimento della loro religione in un'area ben definita delle Alpi Cozie. Questo nucleo di poche migliaia di protestanti costituì per quasi tre secoli un avamposto del protestantesimo europeo.

I sovrani di Francia e Piemonte non abbandonarono però il progetto di riconquistarle alla fede cattolica. Momenti particolarmente tragici si ebbero nel 1655 quando il massacro conosciuto come le Pasque piemontesi sollevò l'indignata protesta dell'Europa e l'intervento dell'Inghilterra di Cromwell. Altro momento tragico si ebbe nel 1685, quando Luigi XIV re di Francia vietò ai protestanti la professione della loro religione e anche le chiese valdesi del Piemonte furono distrutte. Solo poche migliaia di superstiti si salvarono in Svizzera, rientrando dopo tre anni con una memorabile marcia conosciuta come il Glorioso Rimpatrio.

Per tutto il XVIII secolo però i valdesi vissero ancora emarginati e oggetto di una legislazione discriminatoria che ne faceva dei cittadini di seconda categoria chiusi nel loro territorio all'incirca come gli ebrei nel ghetto.

Dovettero attendere il 17 febbraio 1848 per vedere riconosciuti i loro diritti civili e politici dalle Lettere Patenti di Carlo Alberto. I loro diritti civili e politici vennero riconosciuti dall'editto promulgato da Carlo Alberto il 17 febbraio 1848 (in ricordo del quale i valdesi festeggiano a tutt'oggi quella data), ma la religione cattolica restava religione dello Stato e di conseguenza i principi moderni della separazione della Chiesa dallo Stato e della libertà religiosa non vennero attuati; né la chiesa cattolica né la società italiana erano pronte ad accoglierre queste istanze del mondo moderno. I valdesi si impegnarono invece attivamente nella difesa di questi principi, dal Risorgimento alla Resistenza, convinti della loro importanza per il rinnovamento politico e sociale del paese. Con il 1848 e l'inizio del Risorgimento i valdesi non furono più i soli evangelici presenti in Italia. Gruppi di esuli politici in Piemonte e di ritorno dall'Europa diedero vita ad una chiesa libera italiana, altri accolsero invece la predicazione di missionari giunti dal mondo anglosassone esponenti delle chiese metodiste e battiste. Per esprimere questo impegno nella vita sociale della nazione sia i valdesi che gli evangelici usarono il termine "evangelizzazione". Parlando di "evangelizzare" l'Italia essi non intendevano fondare una nuova religione, ma, come Valdo, rendere attuale il messaggio dell'Evangelo: diffondere la Bibbia, stimolando la riflessione teologica per un rinnovamento della fede cristiana. Questa opera di testimonianza fu effettuata a livello di predicazione con l'apertura di sale di conferenze e di locali di culto, ma si espresse anche nel campo dell'assistenza e con particolare impegno in quello dell'educazione. Venne creata una diffusa rete di scuole elementari e si può dire che ogni comunità evangelica ebbe una sede scolastica; il maestro insieme al venditore di Bibbie fu il personaggio tipico dell'evangelismo italiano. Ed accanto alle scuole, convitti, orfanotrofi, scuole di artigianato, altrettanto intenso fu l'impegno nel campo sanitario ed assistenziale con fondazioni di ospedali, ricoveri per anziani, asili.

Il sermone della Domenica

In verità, in verità ti dico: chi non è nato di nuovo, non può vedere il Regno di Dío! Gíovanni, 11:3

Di tutti i testi che si trovano negli Evangeli, questo di Gesù con Nicodemo è uno fra quelli che ho amato ed amo di più.

Lo ho amato da ragazzina, quando ancora ero convinta che l'autore di quelle parole fosse stato davvero Giovanni, il discepolo che Gesù amava fra gli altri suoi amici, colui che si appoggiò al suo petto, la sera dell'ultima cena; lo ho amato con ragionamenti da ragazzina, invidiando quella amicizia cosi profonda, quella possibilità di vicinanza anche fisica.

Mi piaceva in particolare, di quella storia, quel signore anziano e sapiente che, di notte, andava dal giovane Rabbi a chiedere spiegazioni ed il conforto dell'ascolto... e quante volte, nella notte della nostra solitudine; della nostra sofferenza; della nostra paura, di vivere e di dover soffrire, vivendo, anche noi andiamo, il cuore stretto, dal nostro Signore, questo a mostrargli, il nostro spirito spaventato, e questo a chiedergli, spiegami, come, perché... e quante volte, riusciamo a parlare con Dio solo quando riusciamo a fare in noi un silenzio simile a quello della notte, capace di addormentare la nostra presunzione e di farci "mollare gli ormeggi " del nostro falso senso di sicurezza, e farci finalmente sentire dei tutto sottomessi al nostro Signore, che ci porta sulle sue ali d'aquila!

Quand'ero ragazzino, pensavo da ragazzino , o, ora che sono adulto ragiono da adulto, diceva Paolo nella prima ai Corinzi; ma rimane d'altronde il fatto, incontestabile, che davanti a Dio, questo e niente altro siamo tutti noi, giovani e anziani, dottori e non dottori: ragazzini, adolescenti votati ad un'eterna immaturità di comprensione!

E' alla consapevolezza di questa nostra condizione che le parole di Gesù a Nicodemo, anche ci chiamano... Anche, ma non solo.

L'invito alla conversione - al cambiamento di mentalità - che è il nerbo di tutta la predicazione di Gesù, e la conseguenza dell'ascolto dell'annuncio, si ripete, ancora una volta fortissimo, nell'istanza di una nuova nascita, quella nascita cui è chiamato l'umano che, trovato da Dio, trova a sua volta se stesso credente, nuovo uomo e nuova donna, tralcio, nella vite che è Gesù.

Senza questa nuova nascita, noi non possiamo vedere il Regno di Dio: neppure possiamo renderci conto che c'è davvero! Noi siamo credenti. Anche Nicodemo, lo era: era un dottore della Sinagoga. A Nicodemo, Gesù chiede di rinascere. A noi, le parole di Gesù chiedono: stiamo forse pensando la nostra rinascita sia avvenuta una volta per tutte?

La nostra salvezza, si, lo è: perché non è opera umana, non è opera nostra, ma opera di Dio, nato morto e risorto per noi. Ma la nostra nuova nascita non è definitiva: troppo forte, in noi, la natura umana, l'egoismo, l'ansia di giudicare, la presunzione di volere essere noi stessi la nostra salvezza! E dunque, ciò che ci è chiesto, ciò che dobbiamo chiedere a noi stessi, è di essere disposti a rinascere ogni giomo, per opera dello Spirito, che, nella sua infinita e non meritata bontà, soffia su di noi e fra di noi. Ricordando che non appena agiamo, non solo per la gloria di Dio, ma anche per nostra realizzazione, per il nostro bisogno di autostima - e questo ci succede e ci succederà sempre, perché siamo esseri umani, chiamati ad essere santi, non già santi, - noi, moriamo alla Parola; e la Parola torna, a farci nascere di nuovo, come il buon Pastore esce la notte a trovare la sua pecora smarrita: per questo Gesù dice, io sono la Resurrezione e la vita... io sono: non, io sono stato! La salvezza che Dio ci ha regalato è nostra. La nostra giustizia, può regalarcela solo la fede, una fede consapevole che come abbiamo bisogno dell'ossigeno per respirare, così abbiamo bisogno del soffio dello Spirito che ci conduca a nuova vita... tutti i giorni. Esser pronti a rinascere, tutti i giorni, significa essere pronti a dimenticare noi stessi; ad amare senza condizioni ogni altro essere umano che ci capita di incontrare: fratello o sorella, simpatico o antipatico... significa che necessità ci è imposta - in ogni istante della nostra vita, con ogni gesto, ogni parola, ogni pensiero: pregando, lavorando, perfino andando a comprare il giomale! - di portare, con le nostre parole ed i nostri atteggiamenti, l'annuncio che il Regno dei cieli è veramente a portata della vista di chiunque cui lo Spirito conceda di rispondere a questo annuncio, si, amen! Vuoi dire che dobbiamo essere pronti ad abbandonare l'uomo vecchio, quello che giudica, quello che si sente giusto, quello che porta rancore, quello che si sente migliore degli altri, per nascere di nuovo, ingenui e forti, come lo sono i bambini... Ingenui e forti: essere credenti non è uno status, giuridico o morale, è un modo di camminare per i sentieri della vita!

Non ci sono scuse di età - davanti a Dio siamo solo bambini - non ci sono scuse di denominazioni, non ci sono scuse di crediti da riscuotere - rimetti, o Dio, a noi i nostri debiti, come noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori, questo è ciò che Gesù ci ha detto di chiedere al Padre che ci ha regalato - non ci sono argomenti da poter opporre, allo Spirito che soffia per farci nascere di nuovo. Conceda il Signore, a ognuno di noi, che sappiamo pregare di non sentirci mai adulti nella fede, mai a posto con la coscienza, davanti a lui che ci chiama all'opera; conceda il Signore, a ciascuno di noi, che il nostro pianto sia come quello dei bambini al momento in cui nascono: l'accettazione serena della sfida della nuova vita, che inizia! Giovanna Vernarecci di Fossombrone

Update This Web Page

Take control of the web page by creating a user account now and using the CHURCH ID and PASSWORD assigned to you at the time the website was created to associate your web page with your new user account. If you have an existing user account, sign in and add the site to your account dashboard.

I Don't Remember Our ID/Password?

If you don't have the ID/Password combination for this page, please type the code '' below to have it sent to the e-mail address on file.

Map & Directions

Page Seen: 889 times

Our Services & Events

Culto Domenicale

h. 10:30 Domenica

Catechismo

Da comunicare

Corale

Da comunicare

Studio Biblico

Da comunicare

Conferenze e Tavole Rotonde

Da comunicare

Consiglio di Chiesa

Da Comunicare

Our Staff

Teodoro Fanlo Cortes

Rev. •

Giovanna Vernarecci di Fossombrone

Da comunicare Da comunicare

Da comunicare Da comunicare

Da comunicare Da comunicare